Uso dei farmaci e allattamento

La salute della mamma in allattamento è fondamentale per quella del bambino e, in caso di malattia, può essere valutata l’opportunità di iniziare una terapia farmacologica o di non interromperla, qualora essa sia già in atto, ma come valutare rischi e benefici?

La salute della mamma in allattamento è fondamentale per quella del bambino e, in caso di malattia, può essere valutata l’opportunità di iniziare una terapia farmacologica o di non interromperla, qualora essa sia già in atto. Tuttavia l’assunzione di medicinali da parte della donna che allatta solleva la problematica  della sicurezza per il lattante, per i possibili effetti conseguenti al passaggio del farmaco nel latte materno.

Allattamento al seno - Foto di gdakaska da Pixabay

I limitati dati sui rischi correlati all’uso dei farmaci in allattamento non sempre aiutano a decidere se il beneficio per la mamma è superiore al rischio per il bambino e un’informazione non adeguata può indurre un’inutile sospensione dell’allattamento o la rinuncia della cura da parte della mamma oppure il ricorso all’automedicazione con l’utilizzo di terapie alternative che non è detto siano più efficaci e più sicure.

Altro problema da considerare è che l’eventuale interruzione dell’allattamento implica la perdita di alcuni documentati benefici sia per la mamma che per il bimbo, in particolare:

  1. anche una breve sospensione dell’allattamento può recare disagio al bambino, che, abituato all’allattamento, deve improvvisamente adattarsi ad assumere latte di formula (biberon) e successivamente riadattarsi a succhiare dal seno;
  2. estrarre il latte dal seno potrebbe rappresentare per la madre un impegno aggiuntivo e talora potrebbe comportare qualche difficoltà, considerate le precauzioni da prendere per la preparazione e la conservazione del latte materno. Va inoltre considerato che anche una sospensione transitoria dell’allattamento al seno aumenta il rischio di ingorghi mammari e di interruzione definitiva;
  3. il mantenimento della produzione di latte mediante spremitura (manuale, meccanica o elettrica) non è altrettanto efficace come la suzione diretta al seno materno. Ne deriva un calo di produzione di latte materno.

I dubbi sono tanti ma seguendo semplici precauzioni e restando in stretto contatto con il  medico e il pediatra, è raro che sia necessario sospendere l'allattamento al seno in caso di assunzione di farmaci.

A questo proposito il Ministero della Salute ha  pubblicato il documento  “Position statement sull’uso di farmaci da parte della donna che allatta al seno”, che offre  una guida per una corretta gestione delle informazioni di sicurezza dei farmaci in allattamento, sulla base di comprovate evidenze scientifiche, pur considerando che nella pratica clinica la scelta terapeutica spetta  al medico, dopo la valutazione clinica del singolo caso. Il documento raccoglie, per alcuni principi attivi di collaudata esperienza clinica, i dati più recenti di letteratura sulla quantità escreta nel latte e sugli eventi avversi nei neonati allattati al seno . La ricerca è aggiornata al 31 maggio 2017 ed è focalizzata sui principi attivi con maggior numero di richieste di informazione giunte al Centro Antiveleni di Bergamo, considerato il centro italiano con maggior esperienza in ambito di consulenza sull’uso dei farmaci in gravidanza.

Il documento fornisce inoltre, indicazioni utili per un corretto approccio nella valutazione dell’uso dei farmaci in allattamento:

  1. il medico dovrebbe fare una valutazione del rischio/beneficio in relazione al caso individuale e non basandosi esclusivamente sul principio di astensione/negazione per eccessiva cautela e/o su un  approccio improntato sulla medicina difensiva cioè sul timore medico/legale
  2. non si dovrebbe ritenere che l’assunzione di farmaci in allattamento sia in linea di principio incompatibile con la tutela della salute del lattante. La malattia della madre se non curata potrebbe rappresentare un rischio per il bambino e non dovrebbe essere differita. Esempi sono la cura di un problema dentario o di un attacco di emicrania/cefalea;
  3. particolare attenzione va posta quando il bambino è allattato in maniera esclusiva al seno e in particolare nei primi due mesi di vita oppure nei neonati pretermine, quando il metabolismo del bambino risulta ancora immaturo;
  4.  la scelta della terapia dovrebbe ricadere su principi attivi per cui vi è una comprovata esperienza clinica in allattamento, evitando i farmaci con lunga emivita o con lunga durata d’azione;
  5. se possibile, è da preferire la via di somministrazione che riduca al minimo il passaggio nel latte (ad esempio corticosteroidi per via inalatoria anziché orale);
  6.  dovrebbero essere scelti i farmaci non assorbiti o poco assorbiti per via gastrointestinale, con il minimo dosaggio terapeutico efficace;
  7. se un farmaco è assolutamente controindicato in allattamento, in assenza di alternative compatibili, si può interrompere l’allattamento per poi riprenderlo appena possibile. In questo caso si daranno le informazioni necessarie per mantenere una valida produzione di latte materno mediante estrazione dal seno;
  8. nei casi più complessi o con farmaci di recente autorizzazione, la valutazione del beneficio/rischio può essere discussa con i Servizi di informazione sull’uso di farmaci in allattamento (e gravidanza)
  9. decidere tra la terapia farmacologica e l’eventuale sospensione  dell’allattamento non assume generalmente  carattere di urgenza, per cui il medico può riservarsi di approfondire a breve termine  le informazioni utili e necessarie per dare alla mamma un consiglio meditato e documentato (preferibilmente entro le 24 ore). Nel frattempo la mamma dovrà essere incoraggiata a continuare l’allattamente.

Per la gestione del trattamento farmacologico durante l’allattamento, il documento suggerisce l’assunzione subito dopo la fine della poppata al seno, per consentire il massimo della metabolizzazione da parte della madre e se il farmaco viene assunto una volta al dì, se ne suggerisce l’assunzione dopo il pasto che precede l’intervallo più lungo tra le poppate. Sottolinea inoltre che nessun farmaco può essere considerato assolutamente sicuro , pertanto alla mamma che allatta e che inizia una terapia farmacologica, si raccomanda di monitorare il bambino per il possibile rischio di insorgenza di reazioni avverse e comunque in tutti i casi di terapia materna farmacologica  (specie se cronica) si suggerisce la valutazione clinica del lattante da parte del pediatra.

Per ulteriori approfondimenti suggeriamo:

  • il video fatto dall’Istituto Superiore di Sanità che si rivolge alle mamme per illustrare con chiarezza i messaggi principali sull'uso dei farmaci in allattamento e chiarire molte false credenze.
  • il sito http://www.farmaciegravidanza.gov.it/ relativo al progetto “Farmaci e gravidanza” a cura dell’Agenzia Italiana del Farmaco dove è possibile trovare l’elenco dei farmaci in ordine alfabetico e tante altre informazioni utili
  • il prontuario pediatrico realizzato dalla Regione Emilia-Romagna (pdf0 bytes) nel 2016, un documento predisposto all’interno di uno specifico progetto del Centro regionale di farmacovigilanza con la partecipazione di sei Aziende sanitarie della regione. Il Prontuario pediatrico è costituito da 478 principi attivi è suddiviso in 4 sezioni: introduzione, griglie dei principi attivi, appendice e bibliografia. Le schede dei diversi medicinali esaminati sono strutturate in griglie schematiche di facile lettura per principio attivo.

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