Centri estivi e contributi della Regione Emilia Romagna: 6 milioni di euro per i bonus rette alle famiglie

Soglia Isee di 28mila euro per accedere ai contributi, 112 euro a settimana, contributo massimo di 336 euro a bambino. Destinatarie le famiglie residenti composte da entrambi i genitori, o uno solo in caso di famiglie monogenitoriali, occupati, con figli da iscrivere tra i 3 e i 13 anni, estesi a 17 se con disabilità.

Per il quinto anno consecutivo la Regione Emilia-Romagna sostiene le famiglie nella fruizione dei Centri estivi con 6 milioni di euro di ‘bonus rette’.

Le risorse provengono dal Fondo sociale europeo e verranno divise tra i Comuni e le Unioni di Comuni dell’intero territorio, per offrire ai genitori di conciliare i tempi vita-lavoro e al maggior numero possibile di bambini e bambini di partecipare ad importanti momenti di educativi e di svago con i pari.

I fondi andranno alle famiglie con figli dai 3 ai 13 anni (17 se con disabilità certificata), quindi nati dal 2009 al 2019, che potranno contare su un contributo massimo di 336 euro a figlio - nel limite di 112 euro a settimana - per la frequenza ai Centri estivi. I contributi concorreranno alla copertura totale o parziale, in funzione del costo effettivo, della rata di frequenza settimanale. 

A chi e come vengono assegnati i contributi

Famiglie residenti in Emilia Romagna con limite massimo di reddito entro i 28mila euro. Inoltre, potranno essere ammessi al contributo per l’abbattimento della quota di iscrizione i bambini e i ragazzi con disabilità certificata ai sensi della Legge 104/1992 di età compresa tra i 3 e i 17 anni (nati all’01/01/2005 ed entro il 31/12/2019) indipendentemente dall’attestazione Isee delle famiglie.

Oltre ai requisiti generali sopra indicati, sono richiesti i seguenti requisiti specifici:

  • famiglie (anche affidatarie) composte da entrambi i genitori o uno solo, in caso di famiglie mono genitoriali, occupati;
  • famiglie in cui solo uno dei due genitori lavora in quanto l’altro genitore è impegnato in modo continuativo in compiti di cura di componenti il nucleo famigliare disabili o non autosufficienti;
  • famiglie nelle quali anche un solo genitore sia in cassa integrazione, mobilità, impegnato in compiti di cura oppure disoccupato purché partecipi alle misure di politica attiva del lavoro definite dal Patto di servizio.

Modalità di presentazione delle domande

I contributi sono gestiti dai singoli comuni, pertanto occorre rivolgersi al proprio comune di residenza indipendentemente dalla ubicazione del Centro estivo - che potrà essere anche in distretti differenti e pertanto sull’intero territorio regionale -  per verificare i tempi di pubblicazione del bando e le relative scadenze.

Le famiglie dovranno scegliere il centro estivo all'interno dell'elenco stilato da un Comune/Unione di comuni della Regione, che conterrà i Centri - pubblici, gestiti cioè direttamente dal Comune, e privati accreditati - aderenti al progetto.

Le settimane possono essere fruite anche in centri estivi differenti, anche aventi costi di iscrizione differenti, ricompresi negli elenchi approvati dai Comuni/Unioni di Comuni, anche con sede in altro distretto rispetto a quello di residenza.

Requisiti richiesti ai gestori

Con il venir meno dello stato di emergenza non è ad ora previsto il rinnovo del Protocollo nazionale con misure specifiche per l’organizzazione dei centri estivi, che era invece stato adottato negli anni scorsi. Rientra quindi in vigore la direttiva regionale dedicata (469/2019). I gestori dovranno comunque rispettare le norme generali attualmente previste per il contenimento della pandemia e quelle che eventualmente dovessero entrare in vigore per il periodo di organizzazione delle attività.

Inoltre, dovranno disporre e rendere pubblico alle famiglie un progetto educativo e di organizzazione del servizio, garantire l’accoglienza di tutti i bambini richiedenti fino ad esaurimento dei posti disponibili, e dei bambini e ragazzi con disabilità, in accordo con il Comune di residenza, per garantire le appropriate modalità di intervento e sostegno. Ancora, i gestori dovranno garantire l’erogazione di diete speciali per le esigenze dei bambini accolti nei casi sia servito il pasto.

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