Interruzione di Gravidanza

Aborto Spontaneo

Per aborto spontaneo si intende la perdita involontaria di una gravidanza. L’aborto spontaneo è un evento non raro che avviene per la maggior parte dei casi nei primi tre mesi di gravidanza, un periodo durante il quale il rischio è maggiore a causa dei delicati processi di sviluppo iniziale. Tuttavia, sebbene meno comuni, gli aborti spontanei possono accadere anche oltre questo periodo.

Le cause di un aborto spontaneo sono varie, ma si possono principalmente attribuire a anomalie nel feto. Circa l'85% degli aborti spontanei è causato da alterazioni cromosomiche o genetiche nel feto, che impediscono il normale sviluppo. Queste anomalie sono spesso casuali e non si ripetono in gravidanze successive.

Altre cause, che rappresentano circa il 15% dei casi, sono legate a problemi di salute della madre. Questi possono includere condizioni mediche non gestite, complicazioni legate alla gravidanza stessa, o fattori esterni che influenzano la salute della madre e, di conseguenza, il corso della gravidanza.

È importante sottolineare che, nonostante l'aborto spontaneo possa essere un'esperienza emotivamente dolorosa e fisicamente impegnativa, molte donne riescono a avere gravidanze successive sane e senza complicazioni. Inoltre, la presenza di un supporto informato e compassionevole può fare una grande differenza nel percorso di guarigione fisica ed emotiva. Per le coppie che vivono questo evento, può essere utile cercare sostegno medico, psicologico e comunitario per affrontare e superare il dolore, lavorando verso una futura gravidanza, se desiderata, in un ambiente di cura e supporto. 


Interruzione Volontaria di Gravidanza

In Italia, l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è regolata dalla Legge 194/78, che stabilisce condizioni specifiche per l'aborto entro e oltre i primi 90 giorni di gestazione.

Entro i primi 90 giorni: La legge permette l'IVG per motivi di salute, economici, sociali o familiari. In questo periodo, la donna ha il diritto di richiedere l'interruzione di gravidanza presso servizi pubblici o privati accreditati, e il procedimento può essere effettuato attraverso metodi chirurgici o farmacologici senza necessità di indicazioni mediche ulteriori rispetto alla volontà della donna.

La donna interessata può consultare un ginecologo presso un consultorio familiare, una struttura ospedaliera o privatamente, il quale, dopo un primo colloquio, rilascerà una dichiarazione di volontà. 

Dopo i primi 90 giorni: L'interruzione di gravidanza è permessa solo sotto circostanze specifiche definite dalla legge, quali:

  • Un grave pericolo per la vita della donna causato dalla gravidanza o dal parto.
  • La presenza di processi patologici del feto, inclusi quelli che indicano anomalie o malformazioni significative, che possano porre un serio rischio alla salute fisica o psichica della donna​.

I metodi per l'IVG dopo i 90 giorni variano a seconda del periodo di gestazione.

Per approfondire: SaPeRiDoc - Interruzione volontaria di gravidanza: https://www.saperidoc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1508 


Minorenni

In Italia, la questione dell'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) per le minorenni è regolamentata con particolare attenzione per garantire i diritti e la protezione delle giovani donne. La legge italiana permette alle minorenni di accedere all'IVG, ma con alcune specifiche procedure che considerano la loro età e vulnerabilità.

La legge 194 del 1978 regola l'IVG e include disposizioni specifiche per le minorenni. Le principali caratteristiche del processo per le minorenni che richiedono un'IVG sono:

  • Consenso Informato e Accompagnamento: Le minorenni possono richiedere un'IVG, ma devono essere adeguatamente informate rispetto ciò che questo comporta e il consenso. Idealmente, questo dovrebbe avvenire con il supporto di chi ha la patria potestà, ovvero i genitori o i tutori legali. Tuttavia, se coinvolgere i genitori non è nell'interesse superiore della minore, per esempio in casi di abuso familiare, esistono procedure che permettono di procedere senza il loro consenso diretto.
  • Autorizzazione Giudiziaria: In situazioni dove non è possibile o è controproducente coinvolgere i genitori o i tutori, e la minorenne desidera procedere con l'IVG, è possibile rivolgersi a un giudice tutelare. Il giudice può autorizzare l'IVG nel rispetto del benessere e dei diritti della minore. Generalmente, il processo prevede la collaborazione con professionisti della salute o del settore sociale che possono assisterti nella procedura.
  • Consultorio familiare: I consultori giocano un ruolo cruciale nel processo. Offrono consulenza e supporto alla minorenne per aiutarla a fare una scelta informata. Questi centri forniscono anche supporto psicologico e, quando necessario, indirizzano la minore verso servizi sanitari appropriati. Il Consultorio segue il percorso di certificazione nel caso di minorenne che chiede IVG senza il consenso di chi esercita la patria potestà.
  • Confidenzialità: La legge assicura la confidenzialità durante tutto il processo. Questo è essenziale per proteggere la privacy della minore e per garantire che possa prendere una decisione libera da pressioni esterne.

Percorsi di sostegno

Il sostegno post-aborto è fondamentale nel processo di cura e guarigione dopo un'interruzione di gravidanza, che sia spontanea o volontaria. L'approccio al sostegno deve essere sensibile e personalizzato.

Questo sostegno può includere supporto psicologico, offerto tramite consulenza psicologica  individuale o gruppi di mutuo aiuto, ma anche attraverso percorsi di psicoterapia per la gestione e l’elaborazione di sentimenti quali tristezza, senso di colpa o perdita. L'obiettivo è creare un ambiente sicuro per esprimere e elaborare questi sentimenti.

Inoltre, le donne sono generalmente invitate a un appuntamento di follow-up per valutare il loro benessere fisico e psicologico e per personalizzare ulteriormente il supporto.

Consultori familiari

I consultori familiari offrono assistenza sanitaria, psicologica e sociale per le donne e le coppie che hanno vissuto un’interruzione di gravidanza.

I consultori svolgono un ruolo essenziale, fornendo non solo consulenza ma anche accesso a risorse come gruppi di supporto e specialisti in salute mentale. Il sostegno si estende anche ai partner e ad altri membri della famiglia coinvolti. 

Per approfondire: https://www.informafamiglie.it/prima-e-dopo-la-nascita/consultori-familiari-pubblici-e-privati 

Associazioni a Sostegno di Genitori in Lutto

Esistono associazioni che offrono supporto psicologico e assistenza alle famiglie che affrontano la perdita di un bambino. I servizi includono gruppi di auto-mutuo aiuto e percorsi di psicoterapia a tariffa agevolata.

CiaoLapo Onlus è una associazione fondata nel 2006 che presta sostegno psicologico e assistenza alle famiglie che affrontano la complessa e dolorosa esperienza della morte di un bambino durante la gravidanza o dopo la nascita, per qualunque motivo e a qualunque età gestazionale.

I professionisti che sono impegnati nella ricerca sulla morte perinatale e nel sostegno psicologico ai familiari in lutto sono tutti medici, ostetriche e psicologi che operano all’interno di Ciao Lapo, come volontari. CiaoLapo Onlus è un'associazione nazionale, presente in tutta Italia con una rete di volontari, formata da professionisti, operatori e genitori, che opera in collaborazione con le istituzioni pubbliche e gli enti locali per fornire sostegno alle famiglie. 

L’accesso ai gruppi è aperto a tutti i genitori, mamme, papà e coppie con esperienza di lutto in gravidanza o dopo il parto, recente o remota, che sentono la necessità di affrontare il lutto e di proseguire la sua elaborazione. 

CiaoLapo può essere di aiuto a partire dal primo mese dopo le dimissioni, attraverso 3 tipologie di percorsi:

  • gruppi di auto-mutuo-aiuto facilitato
  • tre incontri di sostegno gratuiti
  • il percorso di psicoterapia a tariffa agevolata con operatrici convenzionate

Per entrare in contatto con i volontari e gli operatori:

  • scrivere una email a primosostegno@ciaolapo.it
  • telefonare al numero verde 800601660 (lun-ven ore 13-15)

Sito di riferimento : www.ciaolapo.it


Congedo per Interruzione di Gravidanza

Il Testo Unico, come stabilito dal D.Lgs 151/2001, considera ogni interruzione di gravidanza, sia spontanea che volontaria, equiparabile a una “malattia”, garantendo pertanto diritti specifici relativi al congedo lavorativo.

Congedo e Madri:

Prima del 180° giorno di gestazione: Le lavoratrici hanno diritto a un congedo per malattia, la cui durata varia da 7 a 14 giorni, a seconda della situazione specifica e gestita in accordo con il proprio medico di medicina generale.

Dopo il 180° giorno di gestazione: È riconosciuto un congedo maternità della durata di tre mesi, con relativa indennità economica.

Congedo per Libere Professioniste e Lavoratrici Autonome: Le libere professioniste o lavoratrici autonome godono degli stessi diritti se iscritte all'INPS. Se iscritte a casse private, i termini e condizioni del congedo variano in base al regolamento dell'ente specifico.

Congedo e Padri:

I padri hanno diritto ad un congedo di dieci giorni, ma solo nei casi di interruzione di gravidanza oltre il 180° giorno.


Parto in anonimato

La legge italiana salvaguarda il diritto alla privacy delle donne durante il parto, permettendo loro di non riconoscere il bambino e di lasciarlo anonimamente nell'ospedale in cui avviene la nascita, come stabilito dall'articolo 30 del DPR 396/2000. Questa disposizione garantisce sia l'assistenza necessaria al neonato che la tutela giuridica della madre, la cui identità viene protetta mantenendo il suo nome segreto. Sull'atto di nascita del bambino verrà indicato che è "nato da donna che non consente di essere nominata".

È essenziale che la futura madre sia pienamente informata sui suoi diritti e sulle opzioni disponibili, comprese le misure di supporto a cui ha diritto. Questo include assistenza sociale, psicologica e sanitaria, non solo nel periodo che precede il parto, ma anche durante e dopo, indipendentemente dalla sua decisione riguardo al riconoscimento del bambino.

In caso di non riconoscimento, l'ospedale è tenuto a comunicare immediatamente la nascita all'ufficiale di stato civile, il quale procederà con l'attribuzione di nome e cognome al neonato. Contemporaneamente, viene inviata una notifica al Tribunale per i Minorenni per avviare le procedure legali necessarie. Queste misure assicurano che sia i diritti del bambino sia quelli della madre siano rispettati e protetti in conformità con la legge.

Per approfondire: vedi sito del Ministero della Salute

La culla per la vita

Questo dispositivo è progettato per consentire alle madri in difficoltà di lasciare i loro neonati in modo sicuro e anonimo, garantendo così la protezione del bambino e il rispetto della privacy della madre. Le culle sono dotate di sistemi di sicurezza avanzati, tra cui riscaldamento, chiusura sicura della botola e un sistema di monitoraggio attivo 24 ore su 24, collegato ai servizi di soccorso medico. Questo assicura che ogni bambino lasciato nella culla riceva immediata assistenza e cura.

Dove si trovano in Emilia Romagna

  • Bologna – Associazione Medici Cattolici di Bologna, Suore Minime dell’Addolorata (Via Tambroni angolo via Guidicini)
  • Parma – Fondazione Fr.sca Rava, Ninna ho, Kpmg (Azienda Ospedaliera, Università di Parma, Via Volturno)
  • Piacenza – Don Angelo Bertoletti (Centro Manfredini, Via Beati 56/a)
  • Ravenna – Parrocchia Santa Maria del Torrione (Via Fiume Montone Abbandonato)

Queste strutture offrono un supporto essenziale per le donne che, trovandosi in una situazione di estrema difficoltà, scelgono di mantenere l'anonimato ma desiderano assicurare un futuro sicuro ai loro bambini.

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