Mediazione linguistica e culturale

Mediazione linguistica e culturale

La mediazione linguistica e culturale si ritiene sempre più utile e necessaria all’interno di una società multietnica e culturalmente diversificata.

Sono numerose le università e gli enti pubblici che organizzano dei corsi specifici per Mediatori linguistico/culturali, il cui ruolo è quello di svolgere una funzione di intermediazione tra il cittadino straniero e i servizi presenti sul territorio (pubblica amministrazione, aziende private, scuole, ASL, ospedali, cliniche, case di riposo, prefetture, tribunali, carceri ecc.). Il mediatore il più delle volte è anch’egli straniero (o comunque ha una buona conoscenza del contesto culturale di origine del migrante), proprio perché deve fornire una conoscenza non solo linguistica (traduzione e interpretazione) ma anche e soprattutto culturale rispetto al paese di provenienza e quello di accoglienza, del quale non solo ha competenze linguistiche, giuridiche e culturali, ma conosce anche la rete territoriale dei servizi e le relative modalità di accesso. Particolarmente importante è l’intervento di mediazione nella fase di accoglienza per fornire un servizio di orientamento e agevolare l’inserimento del nuovo arrivato. I requisiti formativi e professionali dei mediatori linguistico – culturali sono disciplinati, a livello regionale, dalla D.G.R. n. 1576/2004, dalla Legge Regionale n. 5/2004 e dalla D.G.R. n. 141/2009.

La Regione sostiene le attività di mediazione interculturale nei servizi sociali, educativi e sanitari, non solo presso i principali sportelli informativi per stranieri attivati dagli Enti locali (in proprio o in convenzione) nelle diverse province, nelle scuole, negli ospedali, nei centri per l’impiego, nei servizi sociali e nelle carceri, ma anche attraverso i diversi Centri interculturali presenti sul territorio.

L’attività dei mediatori e dei Centri è volta, oltre ad orientare ai servizi, a facilitare la comprensione e il dialogo tra migranti e nativi, contrastando ogni forma di razzismo e discriminazione, rimuovendo le barriere legate alle disuguaglianze e promuovendo la cultura dell’accoglienza e la coesione multiculturale nella comunità. I mediatori hanno il compito di individuare e rimuovere gli ostacoli economici, culturali e sociali per garantire una pari opportunità, per gli stranieri, di accesso all’abitazione, al lavoro, all’istruzione e alla formazione professionale, alla conoscenza delle prestazioni sanitarie e assistenziali, nonché al reinserimento sociale dei detenuti stranieri.

Tra le varie azioni:

  • educazione interculturale nella scuola
  • sensibilizzazione sull’immigrazione, sui diritti umani, sulla pace e sul dialogo tra culture e religioni
  • promozione di relazioni tra associazioni e cittadini italiani e stranieri
  • riconoscimento e valorizzazione del patrimonio culturale dei Paesi di origine
  • promozione del dialogo tra donne di diversa origine, la tutela delle donne migranti e la loro
  • valorizzazione culturale e professionale
  • iniziative a sostegno del protagonismo sociale e pubblico di giovani di seconda generazione

Le principali iniziative sul tema dell’intercultura sono pubblicate su Intercultura Magazine.
Ulteriori informazioni sulla disponibilità dei servizi di mediazione si trovano nelle pagine delle sedi locali dei Centri per le Famiglie di questa pagina.

La regione Emilia-Romagna, ha avviato un Centro regionale sulle discriminazioni che si occupa di consulenza e orientamento, di prevenzione delle potenziali situazioni di disparità, di monitoraggio e di sostegno ai progetti e alle azioni volte ad eliminare le condizioni di svantaggio. Il Centro opera attraverso una rete di nodi e sportelli territoriali .

A scuola

L’orientamento delle norme e delle direttive ministeriali e degli uffici regionali è quello di formare il personale docente rispetto le tematiche di cui sopra, al quale è richiesta competenza interculturale e disponibilità a fornire la propria partecipazione a programmi linguistici organizzati dalla scuola, nell’ambito delle loro ore di lavoro negoziate.

In primis, dunque, sono i docenti stessi a dover fornire la propria opera nei casi in cui i Consigli di Classe e di Istituto ravvisino la necessità di un’integrazione linguistica per alcuni alunni.

Per gli alunni più giovani, minori di 13 anni, si ritiene che la forma di apprendimento linguistico più efficace sia quella che avviene nell’interazione con i pari, oltre ovviamente alle lezioni.

Per alunni di età maggiore di 13 anni, in particolare per i NAI (neo arrivati in Italia) e provenienti da paesi di lingua non neolatina, possono essere previsti interventi mirati di apprendimento linguistico (in forma temporanea) ed eventualmente, in forma eccezionale, dei PDP (Piani didattici Personalizzati), poiché le difficoltà linguistiche sono state di recente equiparate ai BES (Bisogni Educativi Speciali). Per i BES, sono istituiti dei Gruppi scolastici denominati GLI (Gruppi di Lavoro per l’Inclusione) e, a livello locale delle istituzioni scolastiche, dei CTS (Centri Territoriali di Supporto) e dei CTI (Centri Territoriali per l’Inclusione).

Per approfondire il tema dell'integrazione scolastica per bambini stranieri è possibile proseguire la lettura sulla pagina dedicata, CLICCANDO QUI.

Scuole, Comuni e Terzo settore

Per quanto riguarda i rapporti tra Scuole, Comuni e Terzo Settore esistono specifici Protocolli di intesa a livello regionale e locale. Alcune istituzioni scolastiche forniscono modalità di accesso alla mediazione culturale tramite la collaborazione con il Comune, con un ente del terzo settore (per es. associazioni o cooperative) o affidando l'incarico ad un professionista esterno all'Istituzione scolastico tramite avviso di selezione; in ognuno di questi casi il servizio deve essere richiesto dal Consiglio di Classe ed erogato sempre con la collaborazione di un docente referente.

Esistono poi progetti speciali, che riguardano un piccolo novero di Istituti Scolastici regionali, che hanno attuato azioni specifiche, nell’ambito di linee organizzate a livello sovraordinato (vd. Progetto FAMI – Casper).

In ultima ratio, per effetto delle Legge quadro regionale n. 2 del 2003 – Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali – è possibile sostenere che la responsabilità primaria nell'erogazione del servizio è a capo dei Comuni (Art. 4).


Sitografia

Siti di interesse generale sull’immigrazione

Nazionali

Regionali

Siti di interesse sulla scuola

Nazionali

Regionali

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ultima modifica 2022-10-24T11:25:32+01:00
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